“Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla (…) ci vuole una certa qualità d’anima, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia; ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all’ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Ibla è città che recita con due voci, insomma. Talvolta da un podio eloquente, più spesso a fior di labbra, in sordina, come conviene a una terra che indossa il suo barocco col ritegno d’una dama antica.”
Gesualdo Bufalino
È famosa in tutto il mondo per le oltre cinquanta chiese e i numerosi palazzi, testimonianza della più alta espressione del barocco in Sicilia. Collocato su una collina, il piccolo borgo di Ibla domina la vallata circostante, con le sue casupole e stradine sulle quali regna il maestoso Duomo di San Giorgio, massima espressione del barocco ibleo. Ragusa ibla è diventata negli ultimi anni una delle più importanti attrazioni turistiche della Sicilia.
La fondazione della chiesa viene fatta risalire al 1509 ad opera dei frati domenicani. Annesso alla chiesa venne contestualmente realizzato un convento (oggi non più esistente) successivamente ampliato nel ‘600. Sebbene non siano noti in dettaglio i danni subiti dal complesso a causa del terremoto del 1693, la presenza di un grande portale murato nella parete nord della chiesa fa ritenere che la chiesa non crollò del tutto ma venne semplicemente riparata e consolidata. Sia la facciata sia gli interni, infatti, furono rifatti durante il 1700, con la costruzione dietro l’abside (nel 1727) di un oratorio adibito a sede della confraternita domenicana.
La chiesa e il convento subirono gravi trasformazioni nel XX secolo.
Nel 2004 furono deliberati i lavori di restauro della chiesa. Oltre ad un restauro completo degli interni e della facciata. Conclusi i lavori di restauro, dal dicembre 2010 la chiesa è adibita ad auditorium pubblico con circa 140 posti a sedere.
Situato alle spalle della chiesa di S. Giorgio, lungo quella che era la strada principale dell’antico abitato di Ragusa detta la “Ciancata” perchè l’unica strada pavimentata con lastre di calcare chiamate “cianche”, il palazzo fu costruito, per iniziativa di Don Saverio La Rocca, barone di S. Ippolito, intorno al 1765 sulle vecchie case della famiglia. Di questa antica dimora dei La Rocca, che risultano presenti a Ragusa fin dall’epoca normanna, sono ancora visibili alcuni resti murari, con caratteristici archi ad ogiva, nel seminterrato del palazzo.
Il prospetto, ad un piano, sobrio ed elegante, è caratterizzato da sette balconi sorretti ognuno da tre mensole in pietra pece. Vi sono raffigurate delle figure antropomorfe tra cui particolarmente interessanti il flautista, il suonatore di liuto, la popolana col bimbo in braccio, ripetuto dai puttini nelle mensole piccole laterali.
Dal grande portone d’ingresso si accede ad un atrio, in fondo al quale inizia una elegante scalinata a due rampe interamente costruita in pietra asfaltica, probabilmente attorno alla metà del XIX secolo, da cui si accede alle stanze del piano nobile, che conservano ancora arredi settecenteschi, come le porte laccate ed i pavimenti in pietra asfaltica ed in maiolica.